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Alluminio

Le filiere del riciclo in Italia

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Il contesto internazionale ed europeo

Secondo l’associazione International Aluminium, la produzione globale di alluminio primario nel 2023 ha raggiunto le 71 Mt. La Cina si conferma il principale produttore, con 42 Mt, pari al 59% del totale. Negli ultimi decenni, è notevolmente cresciuta anche la produzione di alluminio secondario, passando da 12 Mt nel 2000 a 39 Mt nel 2023.

Complessivamente, nel 2023, la produzione totale di alluminio (primario e secondario) a livello mondiale è stata di 110 Mt. Durante lo stesso periodo in Europa sono state prodotte circa 9 Mt di alluminio, di cui il 66% da rottame e il 34% da materia prima vergine.

Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in alluminio in Europa

L’Italia fa segnare la migliore performance di riciclo degli imballaggi in alluminio tra i principali Paesi europei, registrando nel 2023 un tasso del 70,3%, trattato per la maggior parte all’interno del paese (54%).

La media dei paesi UE si attesta al 56,4%, in linea con questo valore si trova la Spagna (56,3%), mentre la Francia si colloca al di sotto (47,6%). Rispetto ai target di riciclo, solo la Francia non ha ancora centrato l’obiettivo fissato al 2025, dovendo colmare ancora oltre due punti percentuali di gap. Tutti gli altri paesi, compresa la media dei paesi UE, raggiungono e superano il target fissato al 2025.

La produzione di alluminio in Italia

L’Italia è il secondo produttore di alluminio in Europa, subito dopo la Germania. Tuttavia, se si osserva la produzione di alluminio secondario, l’Italia è leader nell’UE ormai da anni, superando anche la Germania. Questo perché, dal 2013, con la chiusura dell’ultimo impianto di produzione di alluminio primario, l’Italia si dedica esclusivamente alla produzione di alluminio secondario da riciclo.

Il numero di fonderie è stabile rispetto al 2023 ma negli anni si è notevolmente ridotto; la crisi del 2008 e la pandemia hanno imposto infatti, una serie di drastiche chiusure e sospensioni di attività: oltre quindici anni fa le fonderie erano poco più del doppio.

Le quantità complessive di rottami di alluminio trattati in Italia nel corso del 2024 sono state pari a 930 kt, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-2%). Per quanto riguarda la provenienza dei rottami trattati, i dati evidenziano come la percentuale di provenienza nazionale sia in lieve calo rispetto all’anno precedente, a vantaggio dell’incidenza percentuale del rottame di importazione.

L’immesso al consumo di imballaggi in alluminio in Italia

L’immesso al consumo di imballaggi in alluminio nel 2024 è stato pari a 91,5 kt, registrando un significativo incremento (+8,5%) rispetto al 2023. Questo incremento è imputabile quasi esclusivamente all’introduzione del nuovo correttivo “compositi” in applicazione delle nuove regole europee che ampliano “il perimetro di rendicontazione”.

Il 90% dell’utilizzo di imballaggi in alluminio deriva da consumi alimentari. A contribuire alla crescita dell’immesso al consumo si confermano le lattine per bevande, che nel 2024 hanno rappresentato circa la metà dell’immesso al consumo (42,3 kt).

Il riciclo dei rifiuti di imballaggio in alluminio in Italia

Le quantità di rifiuti di imballaggio in alluminio post-consumo avviate complessivamente a riciclo in Italia nel 2024 sono 62,4 kt, pari al 68,2% dell’immesso al consumo. Nonostante l’aumento delle quantità riciclate, il tasso di riciclo ha fatto segnare un andamento negativo (-2,1% rispetto al 2023). Nonostante il calo, risultano comunque raggiunti e superati i target fissati per il 2025 e il 2030.

Relativamente alle lattine per bevande, l’Italia rientra tra i Paesi europei più virtuosi. Se si considera il tasso di riciclo di questi imballaggi si arriva all’86,3%. Il risultato è in linea con Paesi europei dotati di sistemi di deposito cauzionale.

PER APPROFONDIRE

La filiera nel Rapporto 2025

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