Il riciclo in Italia 2023 è realizzato grazie al contributo dei sostenitori e dei protagonisti dell’industria del riciclo in Italia.
Materiali informativi dai nostri sostenitori
Haiki Cobat è la grande piattaforma italiana dell’economia circolare, che lavora a stretto contatto con le principali imprese del Paese, investendo su innovazione e ricerca, consapevole che i prodotti di oggi sono le materie prime di domani. Haiki Cobat garantisce non solo un servizio efficiente di gestione dei prodotti a fine vita, ma anche soluzioni, consulenza e formazione per le imprese che vedono nello sviluppo sostenibile un’opportunità e vogliono esserne protagoniste.
Haiki Cobat, nuova denominazione sociale di Cobat, forte dell’esperienza trentennale maturata nel settore, è oggi parte di Haiki+, subholding dedicata all’economia circolare del Gruppo Innovatec, che punta – attraverso la corretta valorizzazione dei materiali di scarto in tutto il territorio nazionale – a guidare la transizione verde come previsto dal Green Deal Europeo nelle agende 2030 e 2050.
Haiki Cobat offre alle imprese servizi integrati e personalizzati di raccolta, trattamento e avvio al riciclo di pile e accumulatori esausti, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), inclusi i moduli fotovoltaici, pneumatici fuori uso (PFU), prodotti in materiali composito e prodotti tessili giunti a fine vita.
Presente capillarmente su tutto il territorio nazionale grazie a un network logistico e di impianti accuratamente selezionati in base ai più rigidi standard, garantisce il principio di prossimità, ottimizza i costi e minimizza l’impatto ambientale.
Valorizzare le imprese applicando i principi dell’economia circolare e trasformando ciò che è definito rifiuto in nuova risorsa: questo è l’obiettivo di Haiki Cobat, che genera un ciclo virtuoso in grado di apportare benefici non solo all’ambiente ma anche alle imprese che ne fanno parte, tagliando gli sprechi e generando nuove materie prime. Trasparenza, efficienza e sostenibilità sono i tre pilastri di Haiki Cobat, per una gestione ottimale di ogni categoria di prodotto giunto a fine vita.
Per rispondere alle esigenze delle aziende che puntano su innovazione, nuove opportunità e modelli di business legati alla sostenibilità, Haiki Cobat è in grado di offrire, grazie a Cobat Academy, servizi di formazione e consulenza. I percorsi formativi di Cobat Academy prevedono corsi a calendario in presenza e online, specifici progetti formativi aziendali ed e-learning con fruizione on-demand. Quattro le macro-aree del catalogo: Ambiente, Sostenibilità, Health and Safety ed Economia circolare.
Itelyum è leader nazionale e player internazionale nella gestione e valorizzazione dei rifiuti industriali, in particolare pericolosi.
Con 60 anni di storia, si occupa sia della trasformazione e del recupero di rifiuti industriali, in particolare rigenerazione di oli esausti e purificazione di reflui chimici e solventi esausti, sia della gestione responsabile e della valorizzazione per l’invio a destinazioni circolari di una vasta gamma di rifiuti industriali.
Con la forza di 30 società, 34 siti operativi e più di 1.400 persone, il Gruppo gestisce circa 1 milione e ottocentomila tonnellate di rifiuti speciali, generando ricavi per circa 600 milioni di euro.
Itelyum offre soluzioni sostenibili a oltre 40.000 clienti in più di 60 paesi ed è una delle società che meglio rappresentano l’approccio sistemico verso l’economia circolare.
Headquarter a Lodi, due grandi impianti di rigenerazione di oli lubrificanti, un’unità che si occupa della purificazione dei solventi con sede a Landriano (PV), e un gruppo di società, prevalentemente PMI, che gestiscono su tutto il territorio nazionale diversi servizi “one stop shop” ai produttori di rifiuti speciali; la presenza attiva in tutte le fasi di gestione dei rifiuti terrestri e portuali, dalla raccolta, allo stoccaggio, al trasporto e pretrattamento, è completata da attività di servizio e intermediazione, di consulenza ambientale, analisi chimiche e per la sicurezza.
Il core business sostenibile e circolare, infatti, contribuisce concretamente alla decarbonizzazione delle filiere in cui Itelyum opera: grazie ai propri prodotti riciclati il Gruppo ha permesso di evitare l’emissione di circa 500mila tonnellate di CO2 nel solo 2022 e il risparmio di materia prima fossile.
L’impegno di Itelyum per lo sviluppo sostenibile è attestato anche dall’adesione al Global Compact delle Nazioni Unite di cui supporta attivamente i 10 Principi in materia di diritti Umani, lavoro, ambiente e lotta alla corruzione; è, inoltre, tra i membri fondatori della Fondazione Global Compact Network Italia.
Seda progetta e realizza innovative soluzioni di packaging in carta in grado di creare un legame unico tra i brand e i loro consumatori.
Key player a livello globale nel packaging per Ice Cream e tra i principali leader di mercato nel Food Service e Food Industry, da sempre Seda collabora con le multinazionali leader in questi settori per fornire loro soluzioni in grado di anticipare, soddisfare e superare le loro esigenze, contribuendo allo sviluppo di sistemi circolari, a basse emissioni di carbonio e a contenuto consumo di acqua.
Ogni giorno, oltre 100 milioni di consumatori nel mondo utilizzano un packaging Seda.
Fondata in Italia e con sedi in Europa e Nord America, il Gruppo è attualmente composto da 5 società – Seda Italy, Seda Germany, Seda UK, Seda Ibérica, Seda North America – e 13 siti produttivi che assicurano prossimità logistica e continuo supporto ai nostri clienti.
Sostenibilità e Innovazione sono i pilastri fondamentali che guidano il nostro business.
- Sostenibilità: è al centro del nostro modo di pensare e di lavorare per le nostre persone, i clienti, i consumatori e l’ambiente. I prodotti Seda sono a base carta e si inseriscono perfettamente nel modello di economia circolare. La sua materia prima, la fibra di legno, è una risorsa naturale rinnovabile e sostenibile. Tutta la carta utilizzata in Seda proviene da foreste gestite in modo sostenibile, rispondendo ai più elevati standard di Forest Management Certification (FSC®, PEFC™ e SFI®) che supportano al contempo molteplici programmi di riforestazione. Adatti alla raccolta e al riciclo dopo il loro smaltimento, i prodotti Seda sono in grado di incontrare i target del Green Deal europeo in materia di riciclo del packaging.
- Innovazione: è la colonna portante del nostro successo. Dall’ideazione e lancio del Calippo nel 1984 divenuto packaging iconico nel mondo del gelato, ai più recenti Eco Fit Lid (rivoluzionario coperchio in carta per bicchieri creato per il mondo del fast food) e VeloTop (il primo top semi-trasparente a base carta certificata FSC® che conferisce visibilità al prodotto senza necessità di finestratura per il modo del food industry) i nostri prodotti raccontano una formidabile e rivoluzionaria storia di creatività. Siamo pionieri nella realizzazione di prodotti innovativi grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e ad un’analisi costante dei trend e delle dinamiche di mercato, che ci consente di anticipare i bisogni dei nostri clienti e migliorare la vita dei consumatori finali.
La concentrazione di creatività, expertise e know how acquisiti nei quasi sessant’anni di esperienza sul mercato, uniti a impegno e dedizione in un’ottica di continuo miglioramento, consentono a Seda di realizzare packaging sostenibili e iconici per i clienti, aiutandoli a distinguersi sul mercato e a guadagnare la fidelizzazione duratura dei loro consumatori.
Promosso da Sistema Moda Italia e Fondazione del Tessile Italiano, Retex.Green nasce con la finalità di guidare le imprese del comparto tessile e moda verso una circolarità innovativa e scalabile supportandole nella transizione ecologica dettata dalle nuove direttive europee in materia di riciclo dei tessili e anticipando l’applicazione della normativa sulla Responsabilità Estesa del Produttore.
Retex.Green propone ai propri consorziati un servizio di raccolta, trattamento e avvio al riuso/riciclo dei prodotti tessili pre e post consumo giunti a fine vita attraverso un sistema di gestione del rifiuto interamente tracciato e certificato che assicura trasparenza delle informazioni e offre alle imprese elementi di rendicontazione ai fini ESG. Il consorzio promuove inoltre attività di formazione all’eco-design, supporta le aziende nei servizi internazionali di consulenza all’EPR e, in collaborazione con i centri tecnologici, opera a supporto di attività di ricerca e sviluppo sulle nuove tecnologie del riciclo.
Retex.Green mira a disegnare un futuro dove tutti i player della filiera, upstream e downstream, diventino protagonisti della circolarità e si facciano interpreti del paradigma di un nuovo capitalismo sostenibile.
Il Consorzio Italiano Compostatori è un’organizzazione senza fini di lucro che si occupa di promuovere e valorizzare le attività di riciclo di rifiuti e sottoprodotti a matrice organica e ha come finalità la produzione di compost, fertilizzanti organici e biometano.
Il Consorzio, fondato oltre 30 anni fa, conta oggi oltre centocinquanta consorziati e riunisce e rappresenta soggetti pubblici e privati produttori o gestori di impianti di compostaggio e di digestione anaerobica, associazioni di categoria, studi tecnici, laboratori, enti di ricerca, produttori di macchine e attrezzature e altre aziende interessate alle attività di compostaggio e di gestione dei rifiuti organici.
Il CIC, in virtù della elevata rappresentatività delle aziende consorziate, si qualifica come punto di riferimento nazionale della filiera del riciclo dei rifiuti a matrice organica. Il CIC è impegnato in numerose iniziative nazionali e internazionali volte alla prevenzione della produzione di rifiuti organici e alla diffusione di una raccolta differenziata di qualità che permetta l’effettivo recupero degli scarti organici negli impianti di trattamento biologico. A tal fine, oltre a monitorare costantemente la qualità della frazione organica in ingresso agli impianti di compostaggio e agli impianti integrati di digestione anaerobica e compostaggio, ha ideato programmi di qualità e sviluppato partnership con numerose associazioni nazionali ed internazionali.
Nel 2003 il CIC ha avviato il programma volontario Marchio Compost di Qualità CIC che, attraverso verifiche continue sul prodotto, attesta la qualità dei fertilizzanti organici prodotti negli impianti delle aziende consorziate. Ad oggi, più di un terzo del compost prodotto in Italia è a Marchio CIC. Nel 2006 nasce poi il Marchio Compostabile CIC, un servizio fornito agli impianti consorziati che oggi garantisce l’oggettiva compostabilità e compatibilità dei manufatti biodegradabili durante il recupero del rifiuto organico negli impianti di compostaggio e integrati su scala industriale.
Dal 2017 le aziende CIC hanno intrapreso la strada della produzione di biometano che si affianca alla produzione di fertilizzanti organici rinnovabili di qualità.
Oggi, oltre alle attività legate alla qualità di matrici e prodotti, il CIC è costantemente impegnato in numerose iniziative rivolte al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea nell’ambito del pacchetto dell’Economia Circolare. In accordo con il RePowerEU, il piano dell’UE volto ad accelerare la transizione verso l’energia pulita che vede il biowaste sempre più al centro delle politiche nazionali in quanto punto di snodo tra transizione ecologica ed energetica, il CIC è costantemente impegnato a promuovere il riciclo di materia e la produzione di biocarburanti avanzati.
Iterchimica S.p.A. è un’azienda fondata nel 1967 da Gabriele Giannattasio, con sede a Suisio (BG), che attualmente opera in oltre 90 Paesi in tutto il mondo. Produce e commercializza prodotti per il miglioramento delle prestazioni dell’asfalto aumentandone sicurezza, sostenibilità ed efficienza.
L’impresa collabora con le Stazioni Appaltanti, le imprese di costruzione, i General Contractor e gli studi di progettazione, sia in fase di progetto/costruzione, sia in fase di manutenzione, fornendo supporto tecnico e prodotti. I laboratori di Iterchimica sono accreditati presso il M.I.U.R. L’azienda collabora con i principali atenei italiani ed internazionali specializzati nelle pavimentazioni stradali e nella ricerca chimica-tecnologica.
Iterchimica è associata al SITEB di cui è socia fondatrice.
Iterchimica ha da sempre posto particolare attenzione allo sviluppo di tecnologie e processi a basso impatto ambientale, sviluppando nel tempo un know-how specifico e adatto a molteplici destinazioni d’uso. Gli studi condotti nei laboratori R&D hanno permesso di sviluppare tecnologie che consentono di recuperare risorse attraverso il riutilizzo di materiali: esistono infatti prodotti che riducono l’impatto ambientale poiché permettono di recuperare altissime percentuali di materiale proveniente da vecchie pavimentazioni demolite (il c.d. “fresato”) tramite produzione a freddo, senza compromettere le prestazioni finali, favorendo l’allungamento della vita utile della pavimentazione e riducendo di conseguenza le manutenzioni ordinarie e straordinarie.
Grazie ad un processo brevettato è possibile recuperare anche specifiche tipologie di plastiche dure appositamente selezionate (circa 20 tonnellate/km strada), altrimenti destinate a metodi di smaltimento meno sostenibili.
Le tecnologie messe a punto da Iterchimica consentono di abbassare le temperature di produzione riducendo le emissioni in atmosfera e l’impatto odorigeno: l’abbassamento delle temperature di produzione e di stesa comporta un risparmio energetico importante e consente di raggiungere località più distanti dall’impianto di produzione.
Ci sono inoltre tecnologie che riducono l’impatto ambientale grazie a proprietà intrinseche, come ad esempio tecnologie antismog che riducono l’inquinamento atmosferico; tecnologie antighiaccio che inibiscono la formazione di ghiaccio sulla superficie stradale aumentando la sicurezza e permettendo minori interventi da parte dei mezzi spargisale; tecnologie che mitigano il rumore e le vibrazioni da traffico; soluzioni che rallentano il processo di invecchiamento dell’asfalto causato dall’ossidazione. Infine, grazie all’utilizzo di ossidi e colorazioni, è possibile ridurre il fenomeno delle isole di calore nei centri urbani e rendere più vivibili le città.
Erion come più importante Sistema multi-consortile italiano di Responsabilità Estesa del Produttore per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici, per i rifiuti di prodotti del tabacco e per i rifiuti di prodotti tessili, opera secondo il principio della “Extended Producer Responsibility” (EPR). Un approccio basato sulle Direttive europee che individuano il Produttore quale responsabile degli effetti ambientali dei propri prodotti anche una volta che essi divengono rifiuti; con l’obiettivo di ridurre la generazione degli stessi e di riciclare le materie in essi contenuti.
In Italia, Erion garantisce alle oltre 2.500 aziende consorziate che rappresenta il rispetto di tale obbligo per le filiere dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche Domestici e Professionali, dei Rifiuti di Pile e Accumulatori, dei Rifiuti di Imballaggi e dei Rifiuti di prodotti del tabacco. Da qualche mese, ha inoltrato fondato Erion Textiles con l’obiettivo di assicurare una gestione efficiente del fine vita dei prodotti tessili finiti, diffondendo una sempre maggiore consapevolezza sulle opportunità offerte dall’economia circolare.
N 2022, il Sistema ha gestito, su tutto il territorio italiano, un totale di 257.705 tonnellate di rifiuti associati ai prodotti elettronici di cui: 246.246 tonnellate di RAEE Domestici, 1.367 tonnellate di RAEE Professionali e 10.092 tonnellate di Rifiuti di Pile e Accumulatori. Grazie alla corretta gestione dei RAEE Domestici è stato possibile riciclare importanti materie prime. Sono infatti state ricavate più di 125.000 tonnellate di ferro (equivalenti alla quantità necessaria per costruire 17 Tour Eiffel), circa 5.000 tonnellate di alluminio (equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 323 milioni di lattine), oltre 5.000 tonnellate di rame (equivalenti alla quantità necessaria per rivestire 60 Statue della Libertà) e 35.000 tonnellate di plastica (equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 13 milioni di sedie da giardino). Non solo, l’attività di Erion ha permesso di evitare 1,8 milioni di tonnellate di CO2eq (corrispondenti alle emissioni prodotte da un’auto che percorre circa 200mila giri intorno all’equatore) e risparmiare 380 milioni di kWh (pari al consumo medio dell’energia elettrica utilizzata da circa 140mila famiglie italiane in un anno).
Sono numeri importanti che, però, non possono far passare in secondo piano le grandi sfide a cui la filiera è chiamata a rispondere: dagli impegnativi target di raccolta RAEE, ai nuovi Regolamenti europei sulle batterie e sugli imballaggi.
Per questo Erion affronta i cambiamenti in atto consapevole che la Responsabilità Estesa del Produttore, oggi, non può più limitarsi alla gestione del rifiuto ma si estende a nuove tematiche, come l’eco-design dei prodotti e dei processi produttivi e la sensibilizzazione dei cittadini per favorire un uso più circolare delle risorse e consumi più sostenibili.
Erion risponde a questa esigenza ricercando un dialogo costruttivo con le Istituzioni e con i suoi stakeholder, partecipando a progetti di ricerca nazionali ed europei, promuovendo campagne di comunicazione, realizzando studi e ricerche e aiutando i professionisti del domani a formarsi nel campo dell’economia circolare e della sostenibilità. Sempre pensando al futuro del nostro Pianeta.
Giunta alla sua 26 esima edizione, Ecomondo è diventato l’ecosistema di riferimento in Europa per la green and circular economy nell’ambito del quale il rifiuto è da sempre considerato una risorsa preziosa da cui recuperare nuova materia da inserire nei cicli produttivi, con un grande risparmio di capitale naturale.
La manifestazione di Italian Exhibition Group continua nel suo ruolo di community catalyst, favorendo il dibattito sulla transizione ecologica del nostro paese e attirando ogni anno, alla fiera di Rimini, tutto ciò che di questa filiera è più innovativo e all’avanguardia.
I dati dell’ultima edizione, la più grande di sempre, sono una testimonianza che il mercato è pronto per accelerare la transizione ecologica: 1.500 brand espositori presenti su 150mila metri, con un’ ampio spettro delle migliori tecnologie made in Italy e internazionali nei pilastri della green and circular economy, oltre 98.000 presenze nei 4 giorni, +15% rispetto al 2022, con un significativo incremento delle presenze estere (provenienti da 120 paesi) grazie alla politica d’internazionalizzazione avviata da IEG in questi anni e che attrae a Rimini nuovi e numerosi visitatori mondiali nel segno dell’eccellenza, qualitativa e numerica.
Centinaia le storie di innovazione portate in Fiera a Rimini dalle start up e dalle aziende espositrici.
230 gli eventi istituzionali curato dal Comitato Scientifico di Ecomondo e Key Energy.
Tanti numeri, che danno l’idea delle opportunità da cogliere sia per il futuro, sia per le tecnologie che ci permettono di guardare a una economia diversa, più sostenibile. Ecomondo rappresenta un vero e proprio “ecosistema”, una community, che deve la sua unicità all’intreccio virtuoso tra il business della parte espositiva, le relazioni istituzionali al più alto livello e un calendario convegnistico ricchissimo e articolato, che offre a visitatori ed espositori la bussola per orientarsi nei cambiamenti in atto, così come uno stimolo constante per i decisori pubblici a proseguire nel cammino della sostenibilità.
Importante e qualificata, inoltre, è stata la partecipazione di Ministeri e Regioni del nostro Paese, così come di OCSE, UNIDO, FAO, ISWA International e di altre organizzazioni internazionali, nonché della Commissione Europea, presente con circa 30 officers da 4 agenzie esecutive e da 7 diversi Direttorati Generali. Una ulteriore conferma dell’importanza che Ecomondo ha assunto nel corso degli anni.
Dalla bioeconomia rigenerativa alla blue economy, dalla valorizzazione dei rifiuti come risorsa al ripristino dei suoli, passando per le bioenergie al monitoraggio ambientale, grazie anche ad un calendario convegnistico ricchissimo e articolato, dall’edizione 2023 è arrivato un segnale chiaro: le tecnologie per la circolarità sono pronte per rigenerare gli ecosistemi e sono profittevoli quando abbinate a policy orientate alla decarbonizzazione.
Ecomondo è impegnata in prima persona in questa sfida, con un quartiere fieristico “green” che ha appena ottenuto una importante certificazione ISO20121, a testimonianza del percorso virtuoso che ha compiuto in questi 25 anni.
Anche per il futuro, Ecomondo continuerà a portare avanti il messaggio che il Sistema Italia è maturo per accompagnare il paese verso gli obiettivi di neutralità climatica. E che la transizione verde rappresenta un volano straordinario per aumentare posti di lavoro e uscire dalla crisi ambientale, economica e sociale che stiamo vivendo. È una battaglia che può essere combattuta e vinta, con l’impegno di tutti.
EcoTyre si occupa da 12 anni della gestione e avvio al recupero dei PFU (Pneumatici Fuori Uso). È il primo Consorzio per numero di soci e ogni anno gestisce oltre 45 milioni di kg di rifiuti: circa il 101,2% dell’obiettivo di legge. Negli anni di attività il quantitativo di PFU avviati a recupero è stato di circa 66 milioni di pezzi, pari a oltre 500mila tonnellate.
Il Consorzio genera un valore economico di circa 14 milioni di euro, che equivale a un’industria di medio grandi dimensioni, con un totale di 110 risorse impiegate, tra dipendenti diretti e indiretti più 5 esperti esterni dedicati alle attività di ricerca e sviluppo.
L’organizzazione EcoTyre è basata su 125 EcoTyre Partner di cui 107 Logistic Partner – aziende specializzate nella logistica di ritorno – e 18 Recycling Partner che si occupano del trattamento e recupero. Nel 2022 sono stati effettuati 19.417 ritiri, la gran parte di queste ha riguardato i gommisti (18.898), altre 464 sono state effettuate presso autodemolitori afferenti alla rete ACI, mentre 55 sono stati gli interventi di ritiro straordinario.
Sono 16.270 le officine e gommisti serviti dal Consorzio sparsi su tutta la penisola, il 66,99% dei quali è di piccole dimensioni (con ritiri mediamente inferiori a 300 PFU). La raccolta è svolta in maniera capillare, dalle piccole isole ai comuni di montagna, con una logica di prossimità e sussidiarietà: i PFU raggiungono l’impianto di trattamento più vicino, riducendo km percorsi, costi ed emissioni inquinanti. EcoTyre si affida ad aziende rispettose dell’ambiente
Prosegue intanto “PFU Zero”, il progetto per la raccolta straordinaria di PFU sul territorio, che nel 2022 ha realizzato 55 interventi straordinari su discariche abbandonate, avviando a recupero 231.140 kg di PFU. EcoTyre partecipa con Legambiente a Puliamo il Mondo, la più importante iniziativa italiana di contrasto all’abbandono dei rifiuti. Con Marevivo, invece, la campagna PFU Zero sulle Coste Italiane, sono stati effettuati interventi in una decina di porti e spiagge per rimuovere PFU abbandonati sul fondo marino.
Grazie al progetto “Da Gomma a Gomma” promosso da EcoTyre, sono stati per la prima volta sviluppati pneumatici che nella loro mescola contengono PFU (Pneumatici Fuori Uso) riciclati. Grazie a un processo di devulcanizzazione, la gomma derivante da pneumatici giunti a fine vita si trasforma in materia prima seconda, utilizzabile per la produzione di copertoni, guarnizioni e altri prodotti industriali. L’iniziativa di Open Innovation ha coinvolto primarie aziende della filiera che hanno permesso di mettere su strada gli pneumatici verdi.
La carta è un esempio di bioeconomia circolare in quanto ha saputo coniugare la sostenibilità dell’impiego di materie prime rinnovabili con il riciclo dei prodotti a fine vita. Infatti, da un lato la carta è rinnovabile, riciclabile, biodegradabile e compostabile; dall’altro l’industria cartaria nazionale da sempre reimpiega carta e cartone usati nelle proprie produzioni e sviluppa così il concetto di economia circolare. I prodotti forestali, come la carta, sono un importante incentivo alla promozione di efficaci criteri di gestione del patrimonio forestale (oltre il 90% delle fibre vergini acquistate dallʼindustria cartaria italiana sono certificate FSC-PEFC).
L’Italia è al 2° posto, dopo la Germania, in Europa per i volumi di carta da riciclare impiegati annualmente nelle proprie produzioni. Quasi il 63% delle carte e cartoni prodotti in Italia è realizzato a partire da carta riciclata e per alcune produzioni (carte e cartoni per cartone ondulato) la carta da riciclare è l’unica materia prima, con un tasso di riciclo nellʼimballaggio pari all’85%, obiettivo fissato dalla direttiva europea per il 2030. Nel 2022 sono stati riciclati dalle cartiere italiane oltre 5,4 milioni di tonnellate di carte e cartoni (11,5 tonnellate al minuto).
La filiera rappresentata dalla Federazione Carta e Grafica ha espresso nel 2022 un fatturato di 31 miliardi di € (1,6% del PIL), generato da 165.200 addetti attivi in 16.469 aziende. I settori rappresentati dalla Federazione non solo producono beni e materiali, tecnologie essenziali per clienti e consumatori, ma sono centrali per lo sviluppo dell’economia circolare in quanto la carta è il biomateriale per eccellenza. La federazione è inoltre impegnata nel ribadire l’importanza del supporto carta, rispetto al digitale, nell’apprendimento attraverso la lettura e la scrittura su carta. Secondo uno studio del Politecnico di Milano, il costo ambientale di un e-book in termini di consumi di risorse minerali e metalli supera del 150% il libro cartaceo e un libro scolastico di 400 pagine rilascia un’impronta carbonica di circa 2 kg, pari a quella di 2 ore al giorno di uso dello smartphone per una settimana.
L’industria cartaria italiana è 2° in Europa, dopo la Germania, con il 10,7% dei volumi complessivi dell’area. È leader assoluto nella produzione di carte per uso domestico, igienico e sanitario con il 20% dei volumi europei, 2° nelle carte da involgere e 3° nel complesso delle carte e cartoni per imballaggio.
L’industria italiana delle macchine per printing e converting è tra le prime al mondo, con una quota di mercato che si attesta intorno al 10%. Si caratterizza per una forte vocazione allʼexport ed è composta principalmente di aziende medio-piccole che hanno fatto della flessibilità e della specializzazione produttiva i loro punti di forza, riconosciuti e apprezzati a livello internazionale. L’industria grafica italiana è 2° in Europa per fatturato, con una quota percentuale del 15,2%. Il saldo della bilancia commerciale del comparto grafico è da sempre positivo. I prodotti di eccellenza italiani sono stampati pubblicitari e commerciali, riviste, libri e modulistica.
L’industria cartotecnica trasformatrice italiana è 2° in Europa per fatturato, con una quota percentuale del 17%. È orientata all’export, con un saldo della bilancia commerciale anch’esso positivo. È secondo produttore Ue nel cartone ondulato, ma eccelle anche nella produzione di imballaggi flessibili, astucci pieghevoli, sacchi, shopping bag, etichette autoadesive, tubi, carte da parati, carte valori e articoli da regalo.
Ecolamp è il consorzio senza scopo di lucro per il recupero dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), nato nel 2004 per volontà delle principali aziende nazionali e internazionali del settore illuminotecnico, attive sul mercato italiano.
Oggi Ecolamp riunisce oltre 350 produttori di apparecchi elettrici ed elettronici, per conto dei quali ha sviluppato in tutto il Paese un servizio per la gestione completa e capillare delle fasi connesse al ritiro, trasporto, recupero e trattamento dei RAEE.
Contraddistinguono il Consorzio un modello organizzativo teso al miglioramento continuo, la ferma volontà di salvaguardare l’ambiente e la ricerca di soluzioni tecnologicamente innovative, economicamente sostenibili e operativamente efficaci per la realizzazione di un corretto sistema di gestione dei RAEE.
Ecolamp attualmente serve, in particolare per i raggruppamenti R4 ed R5, oltre 1.600 centri di conferimento tra isole ecologiche comunali, luoghi di raggruppamento della distribuzione e altri siti iscritti al Centro di Coordinamento RAEE, che ne garantisce un’equa allocazione fra i diversi sistemi collettivi come Ecolamp.
Accanto alla raccolta obbligatoria presso i centri di conferimento, Ecolamp mette a disposizione servizi rivolti agli operatori professionali, con l’obiettivo di fornire al mondo B2B un’offerta completa e modulabile secondo ogni necessità di smaltimento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche in dismissione. In particolare: Extralamp è lo storico canale riservato al ritiro e trattamento delle sorgenti luminose esauste; ExtraPRO è dedicato, invece, alle piccole apparecchiature elettriche ed elettroniche e ai pannelli fotovoltaici. Per tutti gli altri RAEE, per pile, accumulatori e toner, con ExtraRAEE l’utente riceve le offerte dei migliori operatori presenti nella sua zona. Inoltre, per i siti autorizzati allo stoccaggio di sorgenti luminose, è disponibile la convenzione Waste-in che offre il ritiro e trattamento di questi RAEE a tariffe e condizioni preferenziali.
Oltre a vedere garantito il rispetto degli obblighi imposti dalla normativa RAEE in termini di Responsabilità Estesa del Produttore, le aziende consorziate con Ecolamp hanno accesso ad una serie di vantaggi e servizi, tra cui la possibilità di offrire ai propri clienti un pacchetto che, oltre all’acquisto del prodotto nuovo, includa il ritiro e smaltimento a norma delle apparecchiature sostituite. Si tratta del servizio Eco Service, previsto solo per i membri del consorzio Ecolamp.
Accanto all’eccellenza del sistema di gestione del rifiuto, all’efficienza e alla trasparenza, Ecolamp dedica un costante impegno nella informazione e sensibilizzazione dei cittadini, degli operatori di settore e dell’opinione pubblica sul tema del corretto riciclo dei RAEE.
Il Riciclo in Italia 2023 è un’iniziativa in partnership con
con il supporto di